30/08/2024
La transizione energetica passa dal parco edilizio

L’Italia è caratterizzata da un parco immobiliare obsoleto, con l’84,5% degli edifici costruiti prima del 1990 (contro il 65,6% della Francia e il 75,3% della Germania). Questa è a fotografica emersa dallo studio “Community Smart Building – Sfide e opportunità per la trasformazione green e smart del parco immobiliare italiano”, condotto dalla società di consulenza The European House -Ambrosetti insieme alla Community Smart Building 2024.
A caratterizzare il nostro Paese inoltre emerge un basso tasso di rinnovamento edilizio, pari allo 0,85% all’anno contro l’1,17% di Francia e Germania. Ed è proprio il tema della riconversione efficiente e smart degli edifici al centro dello studio che evidenzia come l’efficientamento del parco edilizio può portare in Italia una riduzione fino al 33% dei consumi energetici e fino a 5% di quelli idrici, con un abbattimento delle emissioni di CO2 del 20/24%. Dal punto di vista economico emergono altrettanti vantaggi, con risparmi per i cittadini stimati di circa 17/19 miliardi di euro netti all’anno, con una potenziale mobilitazione di investimenti per oltre 330 miliardi di euro e la conseguente creazione di 200mila posti di lavoro qualificati.

Oltre all’analisi, lo studio ha avanzato anche tre possibili aree di intervento al fine di facilitare il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione e di riduzione dei consumi energetici previsiti dal “Fit for 55” e dalla Direttiva Europea sulle Prestazioni Energetiche degli Edifici (Epbd):

1. Promuovere un sistema di incentivi: al fine di valorizzare le componenti che rendono smart un edificio, gli incentivi sono uno strumento fondamentale per favorire gli interventi.

2. Introdurre un “Libretto della casa” a valenza legale: con l’obiettivo di regolarizzare, mappare e valorizzare gli investimenti realizzati sulla propria abitazione, al fine di dare una garanzia legale ed economica al proprietario dell’immobile.

3. Rafforzare le competenze della filiera: dallo sviluppo di programmi di formazione per la qualifica professionale della filiera esistente fino alla collaborazione più efficace e mirata tra aziende e ITS, con l’obiettivo di creare un’offerta di lavoro preparata alle sfide della transizione energetica.

L’obiettivo di ridurre del 16% i consumi energetici degli edifici entro il 2030 è sicuramente un obiettivo ambizioso per l’Italia tuttavia il nostro Paese ha già dimostrato di poter contare su una filiera legata agli edifici intelligenti: nel 2022 la filiera estesa degli Smart Building ha generato 174 miliardi di euro di fatturato e 38 miliardi di euro di valore aggiunto, dando occupazione a 515 mila cittadini.